sabato 26 novembre 2011

Di come arrivarono nove vascelli partiti dalla Stazione di Malta per il Pianeta Padus nella Provincia Albirea nel 2255 e del ritorno da Padus della capitana Lucius Brutus, nonché dei pareri manifestati sull'opportunità di non passare per la stazione di Pertinax.


Nel 126, il console Teodorus Giocovicus ordinò che, oltre alle tre navi di viaggio annuale, di cui quell'anno era comandante in capo Fernandus Caus, si apprestassero sei galeoni per trasportare su di Arbirea rinforzi di uomini, armi e denaro di cui il Senato riteneva che quel sistema avesse bisogno, sia per le perdite subite nei combattimenti contro i Nailliani, sia per le istanze presentategli dal governatore di quella provincia. Dei sei galeoni di rinforzo nominò Comandante Cornelius Vandervala, che aveva già guidato due flotte su questa rotta. Il Galeone Lucius Brutus era una nave militare di media stazza, con una stiva non molto ampia. Quando partì da Padus, fu sovraccaricata all'inverosimile, compromettendo così la capacità di navigazione, come avviene abitualmente per le navi che partono dall'Albirea (male irrimediabile e che tanto costa a molte di esse!).
Solo nella stiva trasportava cinquemila quintali di Euxenite, e nel corpo della nave, nei dormitori, nelle armerie e addirittura nella sala comando erano tante le casse di mercanzia ammucchiate l'una sull'altra, che non c'era posto neppure per una persona. E persino nei locali dell'equipaggio c'erano casse e cabine di fortuna, come sempre accade in queste navi. Sul galeone s'imbarcarono circa trecento uomini tra marinai, ufficiali, qualche militare, prigionieri e una trentina tra patrizi e persone di rispetto..
Il galeone era talmente carico che, tra le proteste dei mercanti, si dovette procedere a sbarcare un po' del carico. Raggiunto un peso, non regolamentare, ma soddisfacente per il comandante, il 24 agosto, la Lucius Brutus poté partire.
Giunti all'altezza del sistema di Rastaban, secondo la rotta abituale, non poterono sostare a Ctesiphon, poiché la stazione era soggetta a quarantena: quindici giorni prima infatti una galera proveniente da Tirdaulum, la Gaudium Coeli, carica di fanatici dell'Unicum e di prigionieri di guerra, cadde vittima di un'imboscata da parte di un commando nailliano. Per resistere all'attacco, la galera, priva di navi di scorta (ahimè, è così che in questi tempi infatti conduciamo le nostre guerre!), tentò rifugio nella stazione, ma venne distrutta appena attraccata: morirono, oltre a tutto l'equipaggio, seicento tra mercanti e personale della stazione che si trovavano sul molo nel momento dell'esplosione, e circa il triplo venne contaminato dalle sostanze tossiche che si dispersero a seguito dell'esplosione della Gaudium Coeli. Queste furono le cause che decretarono la quarantena della Stazione di Ctesiphon. Non potendo quindi fare scalo, la Lucius Brutus proseguì allora alla volta della Terra volando a una velocità ragguardevole per una nave così carica, tant'è che raggiunsero Albus Pegasus in soli tre mesi con tanta felicità quale mai nave aveva trovato fino a quel momento, come se la sorte, adirata per la loro fortuna, li spingesse ad affrettarsi verso il luogo della tragedia, in cui li vedremo presto arrivare.
Oltrepassato Albus Pegasus, realizzati i desideri di buona speranza, cominciarono ad approntare gli armamenti, a fare mine e altri preparativi di guerra perché avevano saputo che molte navi da corsa di Naillum erano passate dal sistema del Terzo Cigno e temevano di incontrarle. Con questo timore ed avendo superato così facilmente Albus Pegasus, pensarono di proseguire il viaggio senza attraccare dalla Stazione Pertinax, né altre, perché erano in buona salute e avevano viveri ed acqua a sufficienza, e contavano quindi di raggiungere la Terra al più tardi a marzo. Ma a chi gli proponeva questa soluzione, adducendo ragioni che avrebbero dovuto persuaderlo, il comandante Vandervala rispose: “Signori, sarebbe per noi molto conveniente proseguire il viaggio senza far scalo alla Pertinax. Sono anch'io di questo avviso e così già la pensavo alla partenza a Padus, quando ho insistito con il governatore Sanzus e con i procuratori della Repubblica per essere esonerato dall'obbligo di sostare alla Pertinax. Ma non mi è stato possibile ottenerlo perché c'è l'ordine preciso del Senato di prendere porto nella stazione e aspettare fino a Dicembre gli altri due Galeoni della mia squadra per dirigerci tutti e tre insieme verso la Terra, dal momento che la rotta è infestata di corsari; e mi sono stati dati, in tal senso, altri ordini scritti, firmati dal Governatore, che io, anche se di diverso parere, sono dovuto a eseguire scrupolosamente. Tra l'altro mi è stato prescritto di dirigermi verso la Pertinax, come il Console aveva comandato, tenendo il galeone in assetto da guerra, e di assalire qualsiasi nave nemica si avvicini. Arrivando alla stazione, dovrò far entrare la nave nel porto interno, questo è infatti il posto più sicuro, e rafforzare le difese sbarcando uomini del Lucius Brutus su di essa, in modo che sia inespugnabile. Se però sia nell'orbita che nei pressi della cintura di meteoriti là vicina troveremo navi che sia rischioso affrontare, dovremo passare al largo dalla Pertinax, proseguendo il viaggio verso la Terra. Nel caso si presentino davanti alla stazione navi in gran numero superiore alle nostre (indizio certo che si tratta di nemici), dovremo lanciarci secondo il parere di tutti gli ufficiali, dei patrizi e del resto dell'equipaggio, nel modo che più convenga per la sicurezza del viaggio. Se infine, nel tragitto, incontreremo navi nemiche, gli ordini mi lasciano piena libertà di decidere su come agire”. Così parlò il comandante mostrando come testimonianza di insindacabilità gli ordini scritti e firmati dal Governatore. Sentite queste parole e visti i documenti, più nessuno osò mettere in discussione la rotta.

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