martedì 29 novembre 2011

Quali erano i nemici che il galeone incontrò presso la stazione Pertinax e dello scopo per cui vi si trovavano.


Nello stesso anno in cui il Senato inviò in soccorso della Provincia di Albirea la flotta di galeoni detta, dalla ribelle nazione di Naillum partirono tre squadre spaziali dirette al sistema del Terzo Cigno. Una di queste, comandata dal Ammiraglio Tangi Namatus, salpò dal pianeta artificiale di Cinna, per ordine del Principe Morvanus, al fine di stabilire rapporti d'alleanza e di commercio con i rappresentati del Terzo Cigno, allora di non sicura fede repubblicana. La squadra doveva tornare al più presto con un carico di Moissanite e di Euxenio limitato (per mantenersi il più leggeri possibile) e trovarsi al massimo verso la metà di novembre presso la rotta tra Albus Pegasus e Pertinax, dove avrebbe aspettato qualcuna delle nostre navi della rotta dell'Albirea per cercare di catturarla, costringendola alla resa bombardandola ed evitando ad ogni costo l'arrembaggio.
Seguendo questi ordini, Namatus fece ritorno dal Terzo Cigno così rapidamente, che prima del 25 ottobre si trovavano già tre galeoni in formazione da imboscata intorno a Albus Pegasus, portando con sé due legati Terzocigni che venivano a discutere circa una possibile alleanza. Le tre navi erano dello stesso tonnellaggio: la capitana aveva quarantasei pezzi d'artiglieria, tra cannoni e lanciamine, e ciascuna delle altre ne contava trentasei. Si trattava dunque di navi appositamente costruite per la guerra, con una così ottima disposizione delle batterie di cannoni da riuscire a bombardare il nemico in qualunque posizione si trovassero, senza bisogno di molte manovre, e non portavano più di duemila quintali di merci ciascuna. Ogni nave trasportava un centinaio di uomini, che svolgevano indistintamente il compito di soldati, marinai e bombardieri, secondo il costume di quella nazione, per cui si trovavano in grande vantaggio sulle nostre. Erano tutti Religiosi, e per lo più fedeli dell'Unicum, e tra loro neppure per sbaglio si sarebbe potuto trovare un cosmista.
Tante erano le armi e gli strumenti di guerra di cui erano provvisti e tanta la quantità di munizioni, che dopo tre giorni di battaglia con il nostro galeone, sulla capitana contarono le munizioni perforanti avanzate e ne trovarono più di seicento solo di quelle esplosive, senza calcolare quelle a punta: come se non portassero altra zavorra. I corridoi e i ponti, come i ripari dei pezzi d'artiglieria, erano totalmente sgombri. Tutto era così ben organizzato che riuscivano a muoversi all'interno della nave con la massima facilità...
Al contrario, il nostro galeone Lucius Brutus che, seguendo la rotta perfettamente, sta per imbattersi in questi nemici, non porta che venticinque pezzi d'artiglieria, compresi i due cannoni di poppa, inagibili non prima d'aver liberato la camera in cui si trovano delle mercanzie che sono state lì accatastate. Le munizioni erano in tutto duecentocinquanta proiettili esplosivi.
Ho voluto dilungarmi su questi particolari perché si veda con quanto vantaggio i Nailliani si batterono contro il nostro galeone, e quale sia la prudenza e l'armamento che converrebbe alle navi che battono la rotta d'Albirea, perché, a meno che la guerra volga velocemente in nostro favore, ci si deve aspettare di incontrarli ancora, e si sappia con quanta superiorità essi vengono a cercarci.
I Nailliani trovarono nelle vicinanze di Sirius, non molto lontano da Pertinax, scorie e rifiuti lasciati pochi giorni prima dalla sfortunata nave cargo Atius che, di ritorno dal sistema di Auriga, fu completamente distrutta dai pirati mentre era alle porte di Eris. Avendo appreso che quella così ricca nave era passata per quella rotta, si rammaricarono moltissimo, come poi ebbero a dichiarare, di essersi lasciata sfuggire la preda. Fecero allora rapidamente provvista di carburante, in modo da essere pronti, senza indugi, a prendere battaglia contro qualsiasi nave che si presentasse e inseguirla nel caso, accortasi del pericolo, prendesse il largo.

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