mercoledì 30 novembre 2011

Dell'arrivo del galeone Lucius Brutus alla stazione di Pertinax e della prima battaglia con i Nailliani.


Il nostro galeone navigava veloce quale poche volte si era avuto del tragitto di quella rotta, giacché essa, oltre che infestata da pirati, è anche pericolosa per il gran numero di detriti che si trovano sulla strada (non poche volte infatti molte navi vengono perse per una falla causata da rottami, perciò si deve spesso procedere a vista) e il 12 novembre prese contatto radar della stazione..
Quando i Nailliani rilevarono che il galeone stava effettuando le manovre per attraccare nel porto interno della stazione, ritennero che, per non farsi catturare, i Terrestri o si sarebbero trincerati in quella posizione o avrebbero fatto esplodere la nave trovando rifugio all'interno della Pertinax, come avevano già fatto gli eroici uomini della Carolus Mars alla stazione Britannia incalzati da Reiver Primitivisti. Per evitarlo, i nemici, fino ad allora nascosti dietro Sirius, e quindi invisibili ai nostri sensori, si mossero rapidamente verso la stazione e inviarono un messaggio radio al galeone. Giunti presso Pertinax molto prima di noi, rimasero in orbita alla stazione per un breve tempo, poi la loro squadra si divise: l'ammiraglia e una delle navi si diressero verso di noi, mentre la terza rimase pacifica intorno alla stazione..
Senza alcun fondamento, qualcuno dice che le due navi si tolsero dall'orbita temendo di essere troppo vulnerabili a un possibile abbordaggio da parte del galeone: era evidente che i Nailliani avevano tutte le possibilità di evitare l'abbordaggio, sia nel momento stesso in cui i nostri lo avessero tentato, sia prima, non appena il galeone aveva oltrepassato la prima boa; avevano tutto il tempo di levarsi dall'orbita e prendere il largo, se ciò mai fosse stata la loro volontà. Nonostante quello che alcune malelingue vogliono ora farci credere, l'intenzione dei Nailliani era chiaramente di dar battaglia, e aspettavano solo il momento più propizio per attaccare.
Il galeone non aveva ancora finito le manovre iniziali di avvicinamento alla stazione che i nemici si allinearono accanto ad esso e in posizione così favorevole, che il capitano Erricus Cadugan gridò al comandante di ordinare una bordata a quelle, poiché non conveniva lasciarle avvicinare così tanto.
Il comandante Vandervala, visto che l'intento del nemico era scopertamente ostile, poiché non era certo venuto fin lì tanto velocemente, e in quell'assetto, con propositi di pace, diede ordine di far fuoco con un pezzo soltanto, ma il proiettile non andò a segno e si disperse nello spazio, mentre il nemico, che aveva già i buttafuochi accesi, scaricò contemporaneamente sul galeone la sua artiglieria, da una nave e dall'altra, senza perdere un colpo. Si ingaggiò così una feroce battaglia, a tiro di proiettili perforanti a punta principalmente, ma vennero usati anche alcuni di quelli esplosivi, molto più efficaci, anche se molto pericolosi per la vicinanza tra le navi.
Si combatté tutto il giorno: con i Nailliani che dalla loro favorevole posizione andavano smantellando e distruggendo, cannonata dopo cannonata, la Lucius Brutus, e con molti morti e feriti da una parte e dall'altra...
I nostri si adoperavano in tutti i modi per recare offesa al nemico, usando senza risparmio le cariche che avevano a disposizione: in quel giorno ne consumarono più di cento, tra mine e proiettili costruiti alla bell'e meglio durante lo svolgersi stesso della battaglia. Ma dovettero anche subire la terribile tempesta di proiettili che, senza un attimo di sosta, i Nailliani sparavano contro il galeone, provocando danni gravissimi agli scafi e addirittura diversi comparti della nave dovettero essere abbandonati, giacché erano così messi male che sembravano collassare da un momento all'altro.
Neppure i nemici uscirono indenni e senza perdite, perché un solo tiro del galeone riuscì a compromettere la stabilità delle più piccola delle due navi attaccanti. E in questo modo, quelli per il bottino, i nostri per la propria vita, si continuò a combattere per altre ore ancora, fino a quando la stanchezza, ma soprattutto la necessità di riparazioni da entrambe le parti obbligarono a una tacita tregua.
In questo tempo si buttarono nel vuoto i caduti, si curarono con grande amore i feriti e si riparò, come la situazione permetteva, i comparti danneggiati, e tutti lavoravano assiduamente a queste e alle altre cose necessarie alla difesa.
Quando la calma tutto intorno sembrava regnare, fu dato ordine di allontanarsi dalla stazione e tentare la fuga verso il pianeta abitato di Nadiria, nel sistema di Sirius, non molto distante dalla nostra attuale posizione ma molto ben difeso, sicuri che i Nailliani non avrebbero avuto coraggio di inseguire il galeone fin là. Inoltre, impegnati nell'inseguimento del galeone, anche se più veloci, le navi nemiche non avrebbero potuto usare i cannoni laterali, il che diminuiva enormemente la loro pericolosità in spazio aperto. Se invece il galeone fosse rimasto in prossimità, se non addirittura nell'orbita, di Pertinax, i nemici avrebbero sicuramente avuto la meglio, in quanto più agili e veloci. A tutte queste ragioni se ne può raggiungere un'altra che il comandante non dichiarò, lasciando ai più curiosi come me di intuirla: facendo rotta verso uno spazio aperto si sarebbero potute utilizzare meglio le mine, ritardando quindi di molto gli inseguitori, costretti a perdere tempo a disarmarle, distruggerle o evitarle...
Durante la fase delle riparazioni, il nemico si era rifugiato vicino ad un asteroide non molto lontano dalla stazione, poiché non si riteneva sicuro nelle vicinanze del galeone. I Nailliani temevano soprattutto che i nostri li abbordassero ed evitavano ogni rischio di arrembaggio tanto quanto i Terrestri lo cercavano. Il comandante, capito il timore degli avversari, fece posizionare il galeone verso l'ammiraglia dei Nailliani e tentò di speronarli con il rostro ancora miracolosamente integro, ma questi, vedendola arrivare, riuscirono a disimpegnarsi, con grande rabbia dei nostri. Ai quali non rimase che proseguire il viaggio...

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